mercoledì 4 febbraio 2015

Visita al Museo Lugi Varoli e alla Scuola Arti e Mestieri a Cotignola (RA)

Cosa sarebbe una comunità se non avesse memoria dei suoi uomini illustri? Cotignola, piccolo centro della Bassa Romagna, dedica il suo spazio più ambito, ovvero Palazzo Sforza, Corso Sforza 19, alla memoria di Luigi Varoli. 
Chi era e cosa fece per meritare un simile riconoscimento? Fu artista talentuoso (1898-1958), ma anche mentore per tutta una schiera di giovani talenti che alla sua scuola si formarono. 
Varoli aveva costituito a Cotignola, in particolare negli anni che vanno dal 1935 al 1955, un vero e proprio cenacolo artistico frequentato dalle giovani promesse dell’arte del periodo: Ruffini, Folli, Giangrandi, Panighi, Magnani, Gordini, Ghinassi, Guerrini, Liverani e numerosi altri. Tutti loro hanno sempre testimoniato verso Varoli un legame strettissimo, fatto di un sentimento di stima profondo e duraturo.
Così come duraturo è il sentimento di riconoscenza degli ebrei italiani per ciò che in periodo di guerra (dal 8 settembre 1943 al 1945) il professore Luigi Varoli e il macellaio/commissario prefettizio Vittorio Zanzi fecero per salvare la vita a tanti rifugiati e fuggitivi in quel di Cotignola. Nel 2002 Luigi e Anna Varoli e Vittorio e Serafina Zanzi sono stati insigniti dallo stato di Israele della medaglia di “Giusti tra le Nazioni” e i loro nomi compaiono nel memoriale del Yad Vashem a Gerusalemme. Nel museo Luigi Varoli a Cotignola trovate al secondo piano una sezione dedicata a questo momento storico, con foto delle rovine della città, andata quasi completamente distrutta nel corso della II guerra mondiale. 
Ma veniamo a ciò che fece di Luigi Varoli un punto di riferimento nel panorama artistico dell'epoca: si diplomò in ceramica inizialmente, poi passò alla pittura, quindi alla scultura, ma non tralasciò la musica, diplomandosi in contrabbasso. Nel museo ho trovato un'ampia collezione  della sua produzione artistica:  molto belle le ceramiche e le sculture, in cartapesta, legno e/o ferro, poi i dipinti e anche le incisioni. Sono presenti anche reperti storici, tracce della passione di Luigi Varoli per il collezionismo e l'archeologia in genere. Ah! Dimenticavo di dirvi che per accedere a questo piccolo ma splendido museo è necessario prenotare telefonando al 3204364316. 
La mia guida di qualche giorno fa, un ragazzo simpatico e molto preparato, è stato estremamente gentile: dopo la visita al museo, della durata di una mezz'ora circa, sono stata accompagnata nella "Casa Luigi Varoli", un'edificio posto esattamente di fronte a Palazzo Sforza, al quale si richiama dal punto di vista architettonico. Un tempo nota come "stalla degli Sforza", la casa comprende un vasto giardino, dove l'artista era solito raccogliere cimeli storici ed archeologia in genere.

Questo luogo, restaurato dall'artista a proprie spese, è oggi adibito a Scuola di Musica dal Comune di Cotignola, che lo ha ricevuto in dono dalla moglie dell'artista alla sua morte. Vi si respira un'atmosfera molto gradevole, si percepisce ancora lo slancio creativo che lo animò in tempi lontani, fino alla morte di Luigi Varoli, avvenuta nel 1958. 
Splendidi contrabbassi, un enorme chitarra, una statua di Paganini realizzata utilizzando una intelaiatura in legno, adornata di stoffa e cartapesta, dominano l'ambiente. Qui si svolgono lezioni, e qui troviamo pregiate maschere in cartapesta e terracotta, sculture in legno e ferro, ossa e crani di animali, e una bilbioteca in cui spicca un pezzo raro: il "Dinamo-Azari", il libro di Depero rilegato utilizzando bulloni. 
Ma volete sapere qual'è stata la mia sorpresa più grande? Accedere alla Scuola Arti e Mestieri, ubicata in via Cairoli 3, Cotignola (RA), a pochi passi dalla Casa Luigi Varoli, che ho trovato animata da un'allegra scolaresca della locale scuola dell'infanzia. 
Una ventina di giovanissimi impegnati a fare arte in uno spazio "fantastico", popolato da commoventi caricature in cartapesta, colorate e bellissime. Chi non vorrebbe misurarsi con la prova del fabbricare una maschera in cartapesta da portare poi alla sfilata dei carri la domenica della "Segavecchia" a Cotignola?  
Forse non tutti sanno che le origini della "Segavecchia" risalgono al 1451, ai tempi di Francesco Sforza, duca di Milano e signore di Cotignola. Sembra che Francesco Sforza avesse sorpreso una vecchia fattucchiera mentre stava perforando con uno spillo un'immagine che lo raffigurava, al fine di procurargli il malocchio; fu allora che egli la condannò alla decapitazione e alla morte sul rogo. 
Da allora, tra Carnevale e Pasqua, a Cotignola si fa festa, con la sfilata domenicale di figuranti in costume, maschere e carri lungo le vie della città, destinata a concludersi nel tardo pomeriggio con la decapitazione pubblica del fantoccio della "Segavecchia" e il rogo propiziatorio dei suoi resti. Buono a sapersi, non credete? Quest'anno cercheremo di essere presenti anche noi a questo rito collettivo, e ve lo racconteremo in presa diretta. Appuntamento dunque a domenica 15 marzo 2015 per la "Segavecchia" da Cotignola (RA): stay tuned!

Nessun commento:

Posta un commento