martedì 3 maggio 2011

Zona dantesca: Antichi Chiostri Francescani

Il Complesso Monumentale degli Antichi Chiostri Francescani è stato riaperto al pubblico nel settembre 2010, dopo un restauro durato tre anni, a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, che ne è proprietaria dal 2001. Siamo nella zona dantesca di Ravenna, in pieno centro storico, un angolo di raffinata bellezza e di silenzio, luogo che ha un valore simbolico e morale per la città, prima ancora che architettonico ed artistico.
Questo luogo ci  ricorda la permanenza di Dante Alighieri nella nostra bella città. Dante giunse a Ravenna forse all'inizio del 1318, invitato da Guido Novello, della signoria dei Da Polenta, uomo dotto e poeta, che promuoveva la poesia, le arti e la cultura in genere. Dante, esule a Verona, accetta l'invito di ospitalità rivoltogli da Guido Novello per continuare e porre fine al "Paradiso" della Divina Commedia. E' così che la città che lo ospita entra a far parte della Commedia, in particolare il Paradiso celebra due insigni ravennati Romualdo e Pier Damiani, e contiene riferimenti al verde delle pinete di Classe e ai giochi di luce degli stupendi mosaici bizantini di Sant'Apollinare in Classe. Colpito da febbri malariche, Dante si spense nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321.
Nella Basilica di San Francesco si celebrarono i solenni funerali e le sue spoglie furono raccolte in un sarcofago collocato nel giardino della Basilica, allora cimitero. La tomba rimase qui, anche se subì modifiche architettoniche negli anni seguenti, e le ossa vennero trafugate dai monaci francescani all'inizio del '500 per proteggerle dai fiorentini che ne reclamavano la consegna, quindi ricollocate nel sepolcro solo nel 1865.
Fu nel 1921 che la zona dantesca assunse l'aspetto romantico che conserva a tutt'oggi, con il restauro della Basilica di San Francesco, della Cappella di Braccioforte e della Tomba di Dante
L'attuale tempietto detto "tomba di Dante" è opera di Camillo Morigia e risale al 1780.
Accanto alla tomba vi è un'antica struttura a quattro arcate, chiamata "Quadrarco di Braccioforte", sotto di esso sono collocati due sarcofagi. E arriviamo al primo chiostro dei monaci francescani, detto "dante", che rimase dei Frati Conventuali fino al 1810.  Al pianterreno il chiostro si snoda in un magnifico loggiato orlato di colonne di marmo bianco con capitelli in stile dorico. Al centro del chiostro si trova un pozzo adorno di sculture.  Il secondo chiostro, detto "cassa" ha una forma irregolare determinata dal numero diverso di arcate che fanno parte del loggiato a pianterreno. Le colonne sono costituite di sasso d'istria, di marmo rosso veronese e di greco. Al primo piano corre una loggetta sorretta da pilastri di mattone con capitelli di cotto. Al centro si trova un puteale, di sasso d'istria, che reca scolpito in rilievo due anfore e due stemmi esattamente uguali. Sugli stemmi v i è un'aquila su cui si trova scritto "In Pietra Exaltavit Me"
Questo è il chiostro che è stato riaperto al pubblico nel settembre 2010 e che andrà ad ospitare il Museo Dantesco al primo piano, con riapertura definitiva al pubblico dal settembre 2011, in occasione delle celebrazioni per la morte del sommo poeta. Sarà una bella occasione per la promozione della cultura in genere e per la città di Ravenna in particolare, in corsa per la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019.

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